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IL SELF RESCUE
Premessa
A volte nelle nostre uscite in Kitesurf, per vari motivi, siamo costretti a rientrare a riva in emergenza, la manovra del Self Rescue è quella serie di operazioni che ci consentono di tornare in spiaggia restando in possesso dell’attrezzatura, sfruttandone nel frattempo la sua trazione.
Presupposti basilari:
1) Non farsi prendere dal panico.
2) Sapere esattamente cosa e come si deve fare.
3) Avere l’attrezzatura efficiente.
Consigli:
1) Non allontanarsi mai troppo dalla costa (la legislazione prevede massimo un miglio,1852 metri).
2) Esercitarsi a terra per impratichirsi a secco sulla procedura, magari con una vecchia ala per non danneggiare quella in normale uso.
3) Per nessun motivo abbandonare l’ala o la tavola, in caso di emergenza estrema servono da appoggio e soprattutto son ben visibili da elicottero o natante di soccorso, sono un rifugio.
4) Valutare sempre prima delle nostre uscite: le nostre capacità tecniche, condizioni fisiche e le condimeteo, avvertire qualcuno a terra che siamo in mare.
Procedura
1° Caso — Assenza di vento
Nello sfortunato caso che il vento sia cessato completamente, o che la sua intensità non generi sufficiente trazione sull’ala, operare come di seguito descritto:
Assicuriamoci di non aver perso la tavola, manteniamola accanto noi, l’ideale sarebbe avere un leash/sagoletta di riserva, legata al trapezio, da usare per trattenere la tavola, (è difficile lo so!).
Avvolgere sulla barra un paio di metri di cavo (quello dove è collegato il leash, almeno 8/10 volte) per far mettere l’ala a bandiera, rifare poi tutti i cavi sulla barra, assicurare i cavi con un paio di mezzi colli sulla barra Fig. 5, sgonfiare l’ala ed arrotolarla al meglio mettendo dentro di essa la barra, metterla sulla tavola e appoggiandosi ad essa e nuotare verso riva (Fig.1).
Fig. 1
2° Caso — Presenza di vento
In presenza di vento, che deve soffiare dal mare (on shore/side on shore), se per un qualsiasi motivo non riusciamo o non possiamo fare il rilancio dell’ala dall’acqua operare come di seguito descritto:
Assicuriamoci di non aver perso la tavola, manteniamola accanto noi, l’ideale sarebbe avere un leash/sagoletta, legata al trapezio, di riserva da usare per trattenere la tavola, (è difficile lo so!).
Avvolgere sulla barra un paio di metri di cavo (quello dov’è collegato il leash, almeno 8/10 volte) Fig. 2, per far mettere l’ala a bandiera ed assicurarlo con un paio di mezzi colli, rifare poi tutti i cavi sulla barra per almeno 15 volte Fig. 3, per fermare il tutto dare due/tre giri intorno alla barra Fig. 4, finire di rifare tutti i cavi sulla barra, in questo modo si avvicina l’ala a noi, assicurare adesso i cavi con un paio di mezzi colli sulla barra (Fig.5).
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 4
Fig.5
A questo punto la situazione è la seguente: tavola presso di noi (speriamo!!), barra con i cavi avvolti e bloccata dai mezzi colli, ala a bandiera (data dalla differenza di cavo di sicurezza preventivamente avvolto alla barra), ala vicino a noi con la Leading Edge sull’acqua.
In queste condizioni far capovolgere l’ala con l’estradosso sull’acqua (è la stessa tecnica che si fa a terra per rovesciare l’ala), afferrare un tip (quello rivolto verso terra), Fig.6, mettere la tavola dentro l’ala con le pinnette rivolte in su per non danneggiare il canopy riporre anche la barra, afferrata la briglia posta in alto far assumere all’ala la forma a “C” che ci consente con un vento da mare di essere trainati per rientrare. Nel caso di stanchezza si può anche assumere la posizione illustrata in Fig. 7. Una sequenza riepilogativa in Fig. 8.
Nota: Le moderne ali hanno all’interno dei tips delle maniglie che possono essere afferrate e facendo assumere all’ala la forma a “C” essere trainati a riva (Fig. 9).
Consiglio: Mettetevi in piedi, per rientrare a riva, solo quando siete vicino al bagnasciuga per almeno 10 metri e non prima, in quanto la variazione d’altezza della sabbia/mare sul fondo potrebbe essere tale da non farvi toccare, a questo punto per rientrare, stanchi ed incasinati, potrebbe essere un problema.
Fig. 6
Fig. 7
Fig. 8
Fig. 9
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