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NOZIONI SULLA SICUREZZA

Acqua, aria: i più puri elementi.
Ci permettono di vivere, di esprimere la nostra essenza.
Mai sottovalutarli! Non possiamo pensare di sottomettere la natura, sicuramente di utilizzarla per il nostro divertimento, ma con il dovuto rispetto e timore. Solo così, trovando il giusto mix di istinto, passione e ragionamento arriveremo a godere di questi elementi.
Pensiamo a un kite in volo. Volteggia, resta fermo, si sposta. Tutto questo gli è permesso dal vento che lo tiene in cielo. Così noi possiamo diventare parte di questo volteggio planando sulla superficie dell'acqua in mezzo agli splendidi flutti delle onde. Per essere protagonisti dobbiamo muoverci con coscienza, sapere cosa stiamo facendo in ogni momento e soprattutto sapere quali saranno le conseguenze delle nostre azioni.

Un kite a seconda della posizione in cui si trova può esercitare una trazione minima che non ci sposta nemmeno, o portarci in giro alla velocità a cui soffia il vento. La conseguenza di un comando sbagliato può essere letale. E' indispensabile quindi adottare comportamenti corretti per la propria incolumità e per gli altri. Ci sono poche regole da seguire, ma se non vengono rispettate, le conseguenze possono essere tragiche. Il miglior modo per capire e iniziare è seguire un corso in una scuola qualificata con istruttori qualificati.

Per praticare il kitesurf bisogna scegliere la zona adatta con le condizioni ottimali. Non devono esserci ostacoli sottovento per almeno 500 metri, se si perde il controllo dell'attrezzatura si deve avere lo spazio necessario per gestirne il recupero senza rischiare di arrivare su barche, scogli e pontili. Lo spot va scelto in base al vento, cercando di avere sempre un vento che soffia quasi parallelo alla spiaggia, possibilmente con provenienza inclinata di 5°-10° da mare. Questo permette di uscire quasi perpendicolari alla spiaggia e in caso di problemi, di essere ricondotti verso riva piuttosto che al largo. Il vento che soffia da terra deve essere assolutamente evitato. Gli esperti riescono a risalire il vento in andature di bolina molto stretta, ma se per caso il vento diminuisse di intensità si troverebbero anche loro in difficoltà e di conseguenza andrebbero sempre più al largo. Il vento da mare è sconsigliato, perché in caso di problemi si finirebbe subito sulla spiaggia. In alcune zone le correnti possono essere pericolose perché portano verso il largo, vanno evitate.

Oltre agli ostacoli fissi bisogna tenere presente anche i bagnanti, la legislazione nazionale ci impone una distanza di 200m dai bagnanti, in realtà la sicurezza la raggiungiamo solo con 500m. Il kite fuori controllo può farci percorrere 200m in 15-25 secondi a seconda del vento e considerando che ci precede già di circa 30 metri, si capisce come sia facile coinvolgere un bagnante tragicamente.

Trovato lo spot giusto, possibilmente raccogliendo anche informazioni presso chi lo frequenta abitualmente, dobbiamo considerare che tipo di vento sta soffiando. Se il vento è scatenato dalla presenza di una perturbazione, è meglio evitare, sia per l'incostanza dell'intensità, sia per l'imprevedibilità del fenomeno. E' meglio scegliere venti che soffiano per differenze di pressione su vasta scala, con caratteristica di costanza. I venti tipici del mar Mediterraneo italiano sono: lo Scirocco, il Maestrale, il Libeccio, la Bora, il Grecale, la Tramontana e l'Ostro. Un'ottima scelta sono le brezze termiche che soffiano di giorno lungo le coste, sono venti solitamente costanti e comunque molto prevedibili come evoluzione. La consultazione dei servizi meteorologici non è sempre attendibile sul Mediterraneo, a causa della complessità morfologica della regione, ma aiuta decisamente a capire quale sarà l'evoluzione. Oltre alle previsioni del vento bisogna consultare anche le previsioni del tempo. La possibilità di temporali anche non nelle immediate vicinanze, potrebbe cambiare improvvisamente la situazione, variando la direzione e l'intensità del vento.

Una volta nella situazione ottimale diventano fondamentali per la sicurezza i comportamenti del kitesurfer. La prima cosa da fare è montare l'attrezzatura correttamente e farlo da soli nelle fasi critiche per essere sicuri di come è assemblata. Per gonfiare il kite bisogna ancorarlo a terra con un peso posto su uno dei tips dopo averlo steso lungo la direzione del vento. Il peso ideale è una busta che contiene 5-10kg di sabbia, è funzionale, sia perché impedisce al kite di volare via mentre lo si gonfia, sia perché essendo morbido non lo rovina. Assicurato il kite si procede a gonfiare le varie camere d'aria secondarie e in fine la camera d'aria principale. Quando si è alla fine il kite prende il suo profilo semicircolare e mentre con una mano gonfiamo e con l'altra lo teniamo, il sacchetto di sabbia cadrà per terra e il kite si posizionerà da solo sottovento ruotando intorno a noi mentre con la mano continueremo a tenerlo dietro la camera d'aria principale che corrisponde al bordo di atterraggio.

Una volta gonfio lo metteremo per terra con l'apertura del semicerchio verso dove soffia il vento e metteremo il sacchetto di sabbia sul kite, vicino all'attaccatura della più alta delle camere d'aria secondarie. Non vanno messi due pesi in modo simmetrico, il rischio è che con vento forte il kite prenda portanza. Una tavola appoggiata sopra può girarsi e tagliare la vela. Il montaggio dei cavi deve essere fatto da soli, è una responsabilità notevole, quando si alza il kite devono essere assolutamente al posto giusto. Bisogna controllarli due volte dopo montati, seguendone il percorso tenendoli in mano, sia partendo dalla barra andando verso il kite, sia partendo dal kite procedendo verso la barra. Tutti i nodi e le regolazioni sulla barra, sul trapezio e sul kite devono essere controllati ogni volta. I punti di sforzo e di usura sono molteplici e ognuno fondamentale. Quando si alza il kite si deve sempre alzare in direzione dell'acqua in modo che un eventuale cambio di intensità del vento o una trazione incontrollata del kite, trascinino in direzione del mare e non verso ostacoli. Dove possibile è meglio farsi lanciare il kite da una persona che sta dentro l'acqua e con il pilota stesso già dentro. L'angolo in cui ci si deve posizionare per lanciare il kite deve essere di 80 gradi circa dalla direzione del vento in modo che una volta lasciato, questo voli verso i 90° (zona semineutra) e non verso la direzione del vento, dove un ulteriore intensificazione potrebbe far perdere il controllo. Prima di lanciare il kite bisogna controllare ulteriormente i cavi in tensione e avere il kite pieno di aria; si rileva osservando la stoffa che non svolazza, ma resta ben tesa. Una volta lasciato il kite va tenuto fermo a pochi metri da terra, per rilevare eventuali anomalie e poi va tirato lentamente su. Immaginando il volo del kite in un arco di orologio si deve guidare verso le ore 10:30 se il lancio è mura a sinistra o verso le ore 13:30 se il lancio è mura a dritta. Non bisogna assolutamente tenere il kite alle ore 12:00 perché contrariamente a quello che sembra non è una zona neutra. In caso di diminuzione del vento il kite potrebbe cadere e in caso di aumento di intensità potrebbe portare il pilota in alto trasportandolo in modo incontrollato.
L'adozione di sganci di sicurezza è importantissima. Ci si può trovare in difficoltà con la necessità di sganciare il kite dal trapezio.

L'unico sgancio che si apre sempre è il cicken loop con lo sgancio a chiodo inventato dalla Wipika e attualmente imitato da molte ditte per la sua efficacia. I moschettoni da spinnacher talvolta usati non sempre si aprono, e soprattutto quelli con l'apertura a perno anche se inclinato si incastrano facilmente diventando inutilizzabili proprio nel momento del bisogno. Lo sgancio rapido ci consente di neutralizzare il kite che aprendosi svolazza come un lenzuolo perdendo quasi tutta la forza di trazione. Una volta sganciati non bisogna però perdere il kite completamente perché potrebbe agganciare qualcuno. La stessa barra può essere un proiettile, le linee possono tagliare se entrano in tensione. Si usa quindi il cavo di sicurezza che impedisce di perdere completamente l'attrezzatura. Il sistema è valido, se permette alla barra di scorrere almeno fino a 2/3 della lunghezza dei cavi per smorzare la trazione. E' necessario poi un ulteriore sgancio per l'ultimo cavo in caso di totale ingovernabilità. In casi estremi può anche essere necessario tagliare i cavi, ma non deve essere fatto con un coltello, che in situazioni fuori controllo potrebbe peggiorare la situazione; l'attrezzo giusto è il taglia scotte in dotazione ai trapezi da kitesurf. Questo ha un uncino di plastica che permette sia di agganciare meglio il cavo, sia di impedire che la lama tagli il pilota. Il trapezio senza cinghie sotto l'inguine è pericoloso per le costole.
Passando alla tavola, è pericolosissimo il leash usato per non perderla. Se si cade, il leash tira elasticamente la tavola verso il pilota che la può prendere in testa. La scelta di alcuni va verso un casco. La cosa migliore è comunque eliminare il leash. Il bodydrag per recuperare la tavola viene insegnato nei corsi base. La tavola è quasi sempre recuperabile ed è comunque meglio perdere la tavola che riceverla in testa. Per proteggere il proprio corpo vi sono anche degli appositi giacchetti imbottiti e considerato che il salvagente è obbligatorio, se ne può utilizzare uno con doppia funzione.
Al rientro, una volta a trenta metri dalla riva, bisogna portare il kite verso l'acqua dalla mura opposta e atterrarlo possibilmente con l'aiuto di qualcun altro dentro l'acqua stessa. E' possibile far partire il kite e atterrarlo da soli, ma non è sicuro e dato che comunque non si può praticare il kitesurf da soli e che se si ha un problema in acqua, bisogna avere qualcuno che possa avvertire i soccorsi, è meglio insegnare a lanciare e atterrare il kite a chi resta a terra.

La scelta di kite che ripartono facilmente dall'acqua assicura la possibilità di rientrare. Non è necessario sacrificare le prestazioni, quest'anno esistono kite studiati apposta per avere uno sviluppo non troppo sottile e alte prestazioni in termini di velocità e lift. Per iniziare a praticare il kitesurf è necessario avere un istruttore che conosca la progressione didattica e i sistemi di sicurezza. L'invito è a non trascurare all'inizio l'apprendimento dei sistemi di guida e sicurezza. Il kitesurf è facile ma se non si è guidati si rischia la vita.

 

2006– © Kite-tecnica.it — Franco Russo