LA ROSA DEI VENTI
La rappresentazione grafica della direzione del vento, nella forma classica, che risale all’epoca delle Repubbliche marinare e all’introduzione della bussola, è data dalla Rosa dei venti che è costituita da un cerchio, suddiviso in gradi, che circoscrive una stella a sedici (a volte 32) punte sovrapposte le une alle altre come i petali di una rosa; al centro del cerchio s’immagina ci sia l’osservatore mentre le punte della stella indicano la direzione dei venti principali e la loro distanza angolare dal nord geografico (Fig.1).
La Rosa dei Venti
Fig. 1
Le prime notizie sulla rosa dei venti risalgono ai poemi omerici; per i Greci, le prime rose dei venti usate avevano quattro punte corrispondenti ai quattro punti cardinali che poi aumentarono ad otto quanti sono i venti principali.
Prima Aristotele e poi Plinio nella sua Naturalis historia, individuarono una rosa di dodici venti, ma nell’uso comune i Romani ne adottarono una di otto venti: Nord (settentrione), Nord-Est (aquilone o borea) Est (subsolano) Sud-Est (volturno o euro) Sud (austro o noto), Sud-Ovest (africo) Ovest (favonio o zefiro), Nord-Ovest (chorus o maestro).
La rosa a sedici venti comparve all’inizio del Medioevo dopo l’introduzione della bussola.
Secondo alcuni furono gli Amalfitani a coniugare la bussola con la rosa dei venti, diffondendola poi nei paesi vicini; secondo altre versioni, invece, l’individuazione dei venti da riportare nella Rosa, ebbe luogo nell’isola greca di Zante, poiché proprio su quella località in vari periodi dell’anno spiravano tutti i venti conosciuti.
La direzione del vento è individuata dal punto cardinale dal quale proviene (Fig.2):
Così da nord spira la Tramontana o Borea, da nord-est il Greco o Grecale, da est il Levante, da sud-est lo Scirocco, da sud l’Austro od Ostro, da sud-ovest il Libeccio, da ovest il Ponente e da nord-ovest il Maestro o Maestrale (la direzione del vento è indicata da appositi strumenti detti anemoscopi).
Ecco la rappresentazione della direzione del vento secondo la “Rosa dei Venti”:
Fig. 2
La Tramontana, è il vento del nord che proviene dalle regioni polari, è freddo e umido in Germania mentre è freddissimo e secco nelle regioni italiane.
Il Greco, è il vento di nord-est ed è un tipico vento invernale; è freddo e asciutto e deve il suo nome al fatto che gli antichi navigatori del Mediterraneo centrale ritenevano che provenisse dalla Grecia.
Il Levante, è il vento dell’ested è un tipico vento invernale che nel Mediterraneo è accompagnato da pioggia e tempesta.
Lo Scirocco, è il vento di sud-est, proviene dal deserto del Sahara e in origine è secco e infuocato; attraversando il Mediterraneo, però, si carica d’umidità e nelle regioni italiane spira come un vento caldo umido apportatore di piogge e nebbie.
L’Austro od Ostro, è il vento del sud ed è apportatore di piogge e tempeste; deriva il suo nome da auster che era il nome latino del vento che gli stessi romani chiamavano anche nothus.
Il Libeccio, è il vento di sud-ovest che i Romani chiamavano africo o ponente iemale; spira dalla Libia e venne così chiamato all’epoca delle Repubbliche marinare. E’ generalmente vento di tempesta.
Il Ponente, è il vento dell’ovest; è un vento tipico che spira nel periodo estivo sulle coste laziali ed è originato dal diverso riscaldamento della terra e del mare. Esso penetra nella terraferma fino a Roma determinando una gradevole frescura; a Roma viene chiamato Ponentino. Gli antichi Romani lo chiamavano Favonio o Zefiro.
Il Maestrale o Maestro, è il vento di nord-ovestche i Romani chiamavano Chorus o Circius; insieme al Libeccio è tipico del Mediterraneo centrale, spira ad una velocità che può superare i 120 km orari; è asciutto ed è un vento di burrasca soprattutto sulla Sardegna e sulla Corsica. E’ il vento più impetuoso e annuncia l’inverno.